In Loving Memory…

Antonio Bonfiglio

17.01.1963 - 21.12.2022

Primavera del 2014, primo meeting di scherma storica, una passione che si concretizza dopo anni passati a sognarla. Una splendida giornata di sole, aria tiepida, un vociare continuo di persone misto al clangore metallico delle spade da allenamento. Chiedo al mio insegnate di allora “ma per la Spada da Lato a chi devo chiedere?”. E così conobbi Antonio.

Volto aperto, amichevole, sorridente, voce calma e precisa; ho imparato molte cose sulla scherma quel giorno, ma la più preziosa è stata scoprire una persona preziosa, un uomo buono che sapeva instillare fiducia e devozione paterna in chiunque avesse lo spirito così sensibile per apprezzarlo.

Generoso e stimolante, affettuoso e ironico, sensibile e permaloso, amichevole e protettivo, sapeva trasformarsi da persona saggia e matura a ragazzino allegro e coinvolgente in pochi minuti.

Da quel giorno per me e negli anni, è sempre stato affettuosamente presente in ogni momento, come lo era per tutti i suoi “ragazzi”. Poteva sembrare burbero talvolta e, farlo infuriare era un istante, ma se qualcuno mai si avvicinava a lui con qualcosa di simile alla gratitudine o solamente con una domanda, sarebbe stato sempre accolto con una profonda dolcezza e infinita disponibilità, che nessuno mai avrebbe potuto immaginare, a meno di conoscerlo a fondo.

La sua generosità di spirito era insuperabile e aveva così tanto tempo per le persone che talvolta mi sono chiesta se dormisse o se avesse mai avuto tempo per se stesso. Era una persona che sapeva entrarti nel cuore per la sua semplicità.

Per me era così importante il confronto e la ricerca, le idee condivise e le teorie da sperimentare, che ogni volta che lo salutavo dopo un allenamento, non vedevo l’ora di vedere cosa avremmo combinato la serata successiva.

Il problema con la morte è che non c’è un dopo… c’è solo ciò che è stato e per questo sono profondamente e sinceramente grata; è stato un buon amico e un ottimo alleato.

Una persona sensibile e gioviale, che riusciva a mettere in moto anche i più poltroni del gruppo.

Ti faceva sentire sempre ben accetto, guidato e mai criticato; mai un “No, non va bene!”, ma sempre un incoraggiante “Bravo! Si può fare ancora meglio!”.

Ogni discussione sempre piacevole, anche le più piccate per divergenti opinioni sul mondo e la vita, che terminavano immancabilmente con un brindisi e un sorriso.

Un artista, nella scherma e nella vita… mi mancherai sempre…

Grazie Antonio, che mi hai insegnato che sia nella scherma sia nella vita, tutto è questione di “tempo” e “misura”.

Ciao Antonio,
ricordi quando in palestra dicevo sempre “È leggero come una farfalla” quando ti vedevo tirare di scherma? “Ma come fa?”
Eravamo “i tuoi ragazzi”, e mentre ci allenavamo ci scrutavi con orgoglio, con un sorriso ed uno sguardo che parlavano per te. Ricordo quante risate ci siamo fatti, fuori e dentro la palestra; quante cose abbiamo costruito, assieme; quanto coraggio, stima, forza abbiamo ricevuto da te, quando ci osservavi e dicevi “Guarda, guarda che bravi che sono” con la fierezza di un padre. E un padre, in un certo senso, lo sei stato: sei stato uno dei pilastri di Ars Gladii fin dall’inizio. Senza di te questo non sarebbe stato possibile, non sarebbe stata la stessa cosa. Si dice, poi, che un padre sia chi ti aiuta a crescere e ti insegna qualcosa: tu lo hai fatto con molti di noi, in associazione, in ambito sportivo, ma personalmente mi ha dato tanto anche fuori, come amico, come persona preziosa, saggia e rispettosa. Ti ho conosciuto in un periodo molto particolare in cui posso dire che, in un certo senso, la scherma mi ha salvato la vita. E per me tutto questo era inscindibile: adesso che devo abituarmi a pensarlo senza di te, mi sembra difficile, quasi impossibile. I ricordi però, senza ombra di dubbio, sono tutti bellissimi. Sei una di quelle persone impossibili da dimenticare, il che vuol dire anche che continua a fare tanto, tanto male non averti qua.
Grazie, Antonio. Grazie per tante di quelle cose che, probabilmente, nemmeno immagini.

Lo definivo un bambino in un corpo da adulto, con la sua passione per i Lego, il sorriso sempre presente, gli occhi vispi di chi vede nel mondo un luogo da conoscere ed esplorare. La sua grande umanità è stata un incontro toccante: il modo in cui parlava con quella voce bassa ma squillante, grattata dal tempo, il suo essere gentile e accogliente, il cercare sempre di far emergere il meglio da ognuno, il valorizzare le capacità che ci rendono unici, l’arrabbiarsi quando vedeva le ingiustizie. È stato un vero maestro, anche se il nostro percorso è stato breve insieme. Ci sono tantissime cose che si vorrebbero dire ma le parole non bastano a spiegare cosa sia la stima e l’affetto. Son cose che si possono solo vivere e mi sento fortunata di aver avuto questa opportunità con lui. Manchi, ma col sorriso.

Antonio era un artista e un insegnante.
Per Ars Gladii è stato entrambi.
Ha disegnato il suo volto, e plasmato il suo futuro.

“Il segno più grande di successo per un insegnante è essere in grado di dire «I ragazzi stanno ora lavorando come se io non esistessi».” (M. Montessori)
Ed è esattamente quello che sei riuscito a fare con noi! Stiamo tutti continuando a lavorare come ci hai insegnato, con il tuo ricordo nel cuore…

“L’insegnamento non consiste nel riempire un secchio, ma nell’accendere un fuoco.” (P. Farenga)
Grazie Antonio per aver incendiato i nostri cuori con la passione per l’arte della scherma!

Ti sto pensando, ma quello che la mia mente genera è troppo personale...

È semplicemente mio...

È per te...

Sempre.